mercoledì 13 marzo 2019

Carmelo Ciniglio: a proposito dell'Inceneritore

Nell'ultimo direttivo si è parlato d'inceneritore come sistema rapido ed efficace per risolvere i problemi dei Rifiuti Solidi Urbani (RSU).

Le persone ambientaliste appartenenti al centrosinistra sono orientate in maniera diametralmente opposta, proponendo un programma che rappresenta una rivoluzione culturale e tecnica per risolvere il problema. Parlare di rivoluzione culturale significa inculcare nei cittadini una serie di conoscenze e consapevolezze che favoriscano e aiutino lo sradicamento di vecchie e nocive abitudini.

Fare la raccolta differenziata è un dovere civico importante perché il rifiuto, comunque, inquina.


Argomentazioni contro l'Inceneritore:

Nel 1997 l'Agenzia internazionale per la ricerca sui cancro pubblicava i risultati sulla valutazione della tossicità della tetraclorodibenzoparadiossina, la più pericolosa tra le circa 30 molecole appartenenti alla classe chimica denominata diossina. Tale sostanza è tossica, persistente, accumulabile.

Attualmente si considera che la dose giornaliera tollerabile di diossina sia da 1 a 4 picogrammi per Kg di peso corporeo (un picogrammo è pari a un miliardesimo di milligrammo). La Comunità Europea, al fine di contenere l'immissione di diossina negli stati membri, ha fissato un limite all'emissione degli inceneritori pari a 0,1 nanogrammo per metro cubo (1 picogrammo per tonnellata).
Questa concentrazione è nettamente inferiore a quelle riscontrabili nelle immissioni di vecchi inceneritori (da 10 a 100 volte). Ma questi valori non sono sinonimi di sicurezza, rispecchiano solo le prestazioni possibili di questi nuovi impianti.
Il pericolo della diossina non deriva da quanta se ne respira, ma quanta se ne mangia o beve. Pertanto una corretta valutazione dell'impatto sanitario e ambientale deve calcolare la quantità complessiva emessa nel tempo e valutarne l'accumulo nei diversi ecosistemi.
Le diossine sono molto stabili, in particolare nei tessuti umani hanno un'emivita di ben 7 anni. Questo significa che anche interrompendo del tutto l'assunzione di cibi contaminati occorrono 7 anni perché Ia concentrazione di diossina accumulata nei tessuti grassi umani si riduca della metà.

Un inceneritore che tratta 800 tonnellate al giorno di rifiuti emette, ogni ora, dal proprio camino, 210.000 metri cubi di fumi. Questo grande volume di fumi è inevitabile, in quanto corrisponde alla quantità d'aria che occorre immettere nelle caldaie per avere l'ossigeno sufficiente per bruciare completamente i rifiuti. Di conseguenza, Ia quantità di diossina emessa, in 24 ore, da un moderno inceneritore si può calcolare:
0,1 nanogrammi per 210.000 metri cubi per 24 ore = 504.000 nanogrammi
Ricordiamo che il nanogrammo (ng) e una unità di misura di massa che corrisponde a 1 miliardesimo di grammo.
Non dimentichiamo che la ricerca sui cancro ha stabilito che queste molecole sono tossiche, cancerogene, persistenti nell'organismo, bioaccumulabili.
Un inceneritore funziona per almeno 20 anni.

Le esperienze in atto dimostrano che la politica degli inceneritori incrementa la produzione di rifiuti e ne disincentiva il riciclaggio. Il motivo è banale: i grandi investimenti necessari per Ia costruzione e gestione degli inceneritori richiedono, per realizzare profitti, la costruzione di grandi impianti (più di 800 tonnellate al giorno) e l'afflusso costante di materiale ad alto potere calorifico.

Se in ltalia si passera dall'attuale 16% a incenerire il 65% dei rifiuti prodotti, è inevitabile che la quantità di diossine immesse nel nostro ambiente da questa specifica fonte, aumenti, nonostante il minor impatto ambientale dei nuovi inceneritori.


Argomentazioni a favore della raccolta differenziata:

In estrema  sintesi,  per  uscire dall'emergenza ambientale, bisogna muoversi contestualmente su tre direttrici così sintetizzabili:

1) La prevenzione, cioè il non inquinamento;

2) La bonifica, il disinquinamento delle realtà inquinate, eliminando ogni nocività e rischio attraverso adeguati interventi e mezzi, al fine  di ripristinare e mantenere condizioni ambientali salubri e sicure;

3) La raccolta differenziata spinta e il riciclaggio, per recuperare, qualificare e riutilizzare effluenti e rifiuti.