mercoledì 27 febbraio 2019

Carmelo Ciniglio: sul cambiamento climatico

Fonte: Nasa
È Ia prima volta che le Nazioni Unite hanno preso posizione sull'inquinamento globale, riferendo dati aggiornati al 2017.
Nel 2017 le concentrazioni medie di anidride carbonica (CO2), a livello globale, hanno raggiunto 405,5 parti per milione (ppm) con una tendenza in continuo aumento data che nel 2015 le concentrazioni erano di 400,1 ppm. Se non riusciremo a ridurre rapidamente le emissioni di gas serra, in particolare CO2, i cambiamenti climatici avranno conseguenze irreversibili e sempre più distruttive per la vita sulla Terra. Il problema non riguarda soltanto la CO2, che da sola ha provocato i 4/5 dell'effetto riscaldante dei gas serra sul clima.
Nell'atmosfera c’è anche troppo metano, che è il secondo gas serra più resistente e ha raggiunto un nuovo record nel 2017, con valori di 1859 parti per miliardo (ppb) che rappresenta una concentrazione pari al 257% in più rispetto allivello preindustriale.
Anche le emissioni di NO2 (biossido di azoto) corrono verso l'alto, più 122% rispetto all’età preindustriale Gli esperti dell’Organizzazione Meteorologica  Mondiale  hanno anche registrato  una recrudescenza  che definiscono "inaspettata" del CFC11, il triclorfluorometano, il gas serra responsabile del buco dell'ozono, la cui produzione è disciplinata da un accordo internazionale, il Montreal Protocol, che l'anno  prossimo compie trent'anni.
 
Michelle Bachelet con Matteo Renzi (2015)
Michelle Bachelet, nuovo alto commissario ONU per i Diritti  Umani, il mese di novembre  ha indirizzato una lettera aperta a tutti gli Stati membri, per chiedere che il tema dei diritti umani venga messo al centro dell'agenda  sui clima: "Intere nazioni, ecosistemi, popoli e modi di vivere potrebbero semplicemente cessare di esistere" ha scritto l'ex- Presidente del Cile, ricordando la distanza tra la situazione attuale e gli obiettivi che Ia comunità internazionale si era pasta nel 2015 a Parigi.
"Sappiamo - ha scritto Bachelet - che ad oggi la somma totale dei contributi volontari alla riduzione dei gas climalteranti  determinati  da ogni singolo Stato ci porta grosso modo verso un aumento di 3 gradi centigradi di temperatura,  più del doppio rispetto  all'obiettivo che la comunità  internazionale  si è data tre anni fa a Parigi. Secondo gli ultimi report della Banca Mondiale, nel 2050 potrebbero essere 143 milioni i migranti climatici. Le prime vittime di questa situazione saranno i poveri, i migranti, i popoli indigeni, gli anziani, le persone con disabilità".
Sono scenari difficili da immaginare.

La posizione dell’Italia, per quanto riguarda il riscaldamento climatico, è monitorata dall’ISPRA, che fornisce le seguenti cifre: la stima tendenziale delle emissioni di gas serra prevedono un aumento totale rispetto all’anno scorso, pari allo 0,4%, elencando i vari settori in ordine decrescente rispetto al totale: consumo di gasolio per il trasporto su strada, trasporti in generale, riscaldamento. Si riducono invece (-1%) le emissioni per la produzione di energia perché cala il ricorso alle centrali termoelettriche.
Sempre I'ISPRA ci informa che il 2018 è stato l'anno più caldo della storia italiana da almeno due secoli. La temperatura media, nei dieci mesi fino ad ottobre è stata di 1,77 gradi centigradi più alta rispetto al valore medio, che fa riferimento al periodo 1961-1990.

Nel tempo il clima e le condizioni del Pianeta sono sempre cambiati e continueranno a modificarsi anche senza l'intervento umano; pero, è un atteggiamento ingenuo e poco lungimirante non considerare queste previsioni per modificare il percorso degli eventi a nostro favore, anche se ci sono margini d'incertezza. Ma l'incertezza ormai è relativa e riguarda solo l’intensità dei cambiamenti e non più l'andamento. Cioè si può discutere su quando avverranno i cambiamenti negativi ma ci sono pochi dubbi sul fatto che molti di essi prima o poi accadranno, più prima che poi.

martedì 19 febbraio 2019

Elezioni Comunali: Tortona città aperta

L’appuntamento delle prossime elezioni amministrative sarà, anche per la nostra città, l’occasione per provare che la sinistra liberale e democratica non intende abdicare davanti all’avanzata delle forze sovraniste e populiste. Non solo perché il voto locale coinciderà con quello delle europee e con una generale e necessaria mobilitazione delle forze democratiche ed europeiste. Ma anche perché gli stessi principi di giustizia generali che fondano una sinistra liberale e riformista permettono di distinguere la nostra proposta di città dalla visione politica delle destre.

Noi crediamo in una città aperta e solidale, fondata sul rispetto dei diritti civili e sociali e sulla salvaguardia dei beni comuni che non possono essere sacrificati a interessi egoistici e corporativi.
Prima di tutti l’Ambiente, la qualità dell’aria che respiriamo e dell’acqua che beviamo, la cura e bellezza dell’arredo urbano, gli spazi sempre maggiori concessi ai pedoni e alle piste ciclabili. Di fronte a questo principio non ci sono interessi di parte o miopi calcoli economici (privati o pubblici) che possano valere. La ricchezza ecologica ed economica della nostra città si misura sulla lunga durata di un progetto basato sulla bellezza, la creazione di aree verdi e il recupero delle piccole periferie abbandonate di Tortona. Vogliamo allargare gli spazi verdi e ridurre l'uso di mezzi inquinanti, incentivare l’utilizzo delle risorse rinnovabili e premiare il risparmio energetico, promuovendo stili di vita più sani e rispettosi dell'ambiente. Questo significa anche procedere con determinazione sulla strada della raccolta differenziata spinta e premiante dei buoni comportamenti civili.
La creazione di una città più bella e vivibile è la precondizione per una comunità solidale, perché la coesione sociale si fonda innanzitutto sulla condivisione di spazi di vita e lavoro a misura d’uomo, senza quartieri-ghetto o aree degradate e dismesse. Il futuro di Tortona si giocherà sulla valorizzazione e la bellezza del centro storico, ma anche sulla creazione di altri “centri” di vita sociale comunicanti tra loro in un’unica rete urbana (ex macello, ex campo nomadi, bocciodromo, Dellepiane, autoparco).
La Sicurezza matura in primis attraverso la coesione sociale e il rafforzamento di legami comunitari: lo smantellamento leghista (“decreto sicurezza”) della rete di accoglienza prefettura-enti locali-cooperative sociali per l’accoglienza dei richiedenti asilo, ha l’effetto di aumentare il disagio sociale e l’insicurezza.   Noi siamo per il rispetto della legalità e per il mantenimento dell’ordine pubblico, ma nello stesso tempo pensiamo che il più potente fattore di sicurezza e ordine sia l’integrazione sociale dello “straniero” non la diffidenza e la sua esclusione dal tessuto civile.
La nostra società ha bisogno di solidarietà diffusa: i Servizi Sociali pubblici vanno implementati dalla rete delle Associazioni di Volontariato, a cui il Comune offre il suo sostegno logistico e organizzativo, facilitando la comunicazione e l'incontro tra le loro attività e le esigenze dei cittadini. Il rapporto virtuoso tra ente locale e Terzo Settore va nella direzione di una politica integrata di comunità, un nuovo Welfare partecipativo, capace di valorizzare con adeguati strumenti tutti i comportamenti donativi e pro-sociali dei cittadini e delle imprese, finalizzati a generare coesione e responsabilità sociale.
La “società aperta” in cui crediamo non arretra davanti alle sfide della globalizzazione: accoglie chi vuole integrarsi e lavorare nella nostra comunità e, insieme, affronta la sfida della concorrenza e dell’innovazione tecnologica. Un’Amministrazione moderna deve favorire l’imprenditorialità diffusa e la ricerca, non solo ospitare (passivamente) la grande distribuzione: vanno favoriti con politiche di fiscalità agevolata e bandi pubblici gli insediamenti produttivi ad alta intensità tecnologica, deve essere incentivata la costruzione di consorzi e l’imprenditorialità giovanile attraverso nuove opportunità di accesso al credito.
Guardare ad un mondo globale non vuole dire dimenticare il proprio territorio, ma investire nelle sue risorse con fantasia e spirito innovativo, affinché non muoia. Se non vogliamo che Tortona si confonda con tanti non-luoghi privi d’anima propria, bisogna investire con coraggio nella sua bellezza, nella sua capacità di attrarre turismo grazie al suo peculiare patrimonio artistico, architettonico, paesaggistico ed enogastronomico. Questo significa mettere mano con coraggio a un sistema integrato di servizi e strutture ancora fragile: incentivare l’offerta recettiva, risanare la rete stradale, creare circuiti turistici specifici (le cantine, le strade di Coppi, i percorsi naturalistici ecc.) e una comunicazione-promozione del brand tortonese di alto profilo, cambiare il volto del centro storico, ospitare grandi eventi (festival musicali fissi calibrati su di un pubblico giovane, fiere delle attività economiche ecc.).
Le politiche ambiziose richiedono risorse finanziarie. La riduzione dei trasferimenti dello Stato centrale e la crisi economica degli ultimi dieci anni rendono necessarie politiche finanziarie rigorose. Il centro-sinistra ha realizzato in questi cinque anni una fondamentale opera di risanamento finanziario, colmando il disavanzo di bilancio della precedente amministrazione di centro-destra (con la sua sciagurata gestione delle municipalizzate). La finanza innovativa (sponsorizzazioni, ecc.), la ricerca di bandi nazionali e comunitari specifici per reperire nuove risorse finanziarie devono sempre accompagnarsi a una politica rigorosa di bilancio attenta alla dimensione dell’equità (lotta all’evasione e all’elusione fiscale). Dopo la stagione del risanamento economico ora è il momento delle scelte e degli investimenti innovativi. Ma per realizzarli non si può abbandonare il sentiero stretto tra spending review e investimenti produttivi, cedendo alle chimere del populismo irresponsabile.
Queste a grandi linee le sfide che ci attendono, che poniamo a noi stessi e che vogliamo condividere con tutti i tortonesi che vogliono ancora credere nei principi della giustizia sociale: la promozione del bene degli individui affratellati dallo spirito di solidarietà e comunità.