martedì 20 marzo 2018

Giovani Vaccarella: Accoglienza o Regressione Culturale

Mi è stato chiesto di fare per il PD alcune riflessioni sull'accoglienza.
Io partirei dalla distinzione tra società aperta e società chiusa. La società aperta difende a tutti i costi i valori universali di solidarietà, rispetto della persona, accoglienza, pur consapevole, e nel contempo, di avere la forza per garantire la sicurezza dei cittadini e il rispetto delle leggi.
Oggi non si può avere una società aperta a metà, dove c'è convenienza economica a tenere aperte quante più frontiere possibili per esportare, per liberalizzare i movimenti di capitale, per realizzare opere e cantieri nei Paesi più e meno sviluppati. O una società è totalmente aperta o non lo è.

Del resto c'è libertà economica se c'è anche libertà di circolazione delle persone, scambi culturali, di lavoro, relazioni diplomatiche, conoscenza di abitudini e stili di vita, rispetto.
A chi obietta che questo sarebbe possibile, nella più larga delle ipotesi, solo in un ambito europeo, faccio osservare che sono i valori europei, ormai consolidati, di laicità, democrazia, pace, difesa dell'ambiente, contrasto alle discriminazioni per razza, sesso e religione, valori peraltro esaltati nella Carta dei diritti dell'ONU e nella nostra Costituzione, a indicarci la missione storica dell'Europa di estenderli a un'Europa più larga.
Lo abbiamo  già fatto, dopo la caduta del muto di Berlino, con i Paesi dell'Est Europeo, cui abbiamo assicurato benessere crescente e democrazia, seppur con risultati non omogenei.
Questi valori vanno condivisi nei prossimi anni con i Paesi che si affacciano nel Mediterraneo e con i Paesi del Medioriente. Basti pensare a ciò che succede in Siria per capire quanto bisogno ci sia in quell'area di una maggiore presenza di Europa, laddove le due superpotenze USA e Russia hanno fallito nell'assicurare stabilità politica e pace. Allargare i confini dell'Europa ha inoltre come naturale conseguenza, vedi la Turchia, rifiutarne l'ingresso a chi impone per esempio, la dittatura o prevede nel proprio ordinamento l'applicazione della pena di morte.

E poi c'è il nostro Paese. C'è l'Italia. L'Italia, fuori dal contesto europeo e internazionale, sarebbe un Paese triste, rancoroso, fragile, seppellito da inutili localismi, con pochi giovani, enormi problemi economici, irrilevante nello scacchiere internazionale. L'Italia, anche in ragione della sua collocazione geopolitica, ha un senso se esercita una funzione di ponte tra Nord e Sud, tra Est e Ovest. Altro che sovranismo e referendum sull'Euro.
Per questo abbiamo detto con chiarezza che staremo all'opposizione in questa legislatura. Che tipo di compromesso o accordo si può fare con la Lega di Salvini, che teorizza la società chiusa e l'antieuropeismo?
Mi piace anche sottolineare che affermare il principio di accoglienza non vuol dire meno sicurezza per i cittadini, perché i progressi fatti dal governo Gentiloni e dal ministro Minniti nella riduzione degli sbarchi stanno a dimostrare che è possibile coniugare sicurezza e il principio irrinunciabile di salvare vite umane nel Mediterraneo.
Su questi temi di civiltà ci fanno paura la regressione culturale, il colore della pelle come viatico aberrante di discriminazione, xenofobia e razzismo che fanno pezzi di strada insieme.
Il primo compito della sinistra e del Partito Democratico è quello di fermare questa deriva culturale e politica, amplificata dalla cassa di risonanza dei social, senza ambiguità e senza compromessi. .
La destra cavalca l'argomento dell'intolleranza verso l'immigrazione, alla sinistra il compito di garantire il rispetto per le persone e per le leggi.

Poiché il primo problema di Tortona non credo sia la presenza di 120 immigrati (che qualcuno addita come delinquenti nella loro totalità), in attesa che siano evase velocemente le pratiche per verificarne lo status di rifugiato occorrerà fare ogni sforzo per integrarli, per superare la condizione del ghetto di antica memoria, per renderli utili alla collettività, valorizzando, da parte delle Istituzioni locali le migliori esperienza di accoglienza della città, che ha un suo onorevolissimo passato di assistenza ai profughi e agli esclusi, in cui anche la Chiesa ha svolto un ruolo importante.

L'argomento più semplice e immediato per vincere le elezioni era agitare la paura per gli immigrati. Ha funzionato. L'ha fatto espressamente il centrodestra, l'ha fatto e non l'ha fatto, con furbizia, il M5S.
Noi non l'abbiamo fatto e questa è stata, una delle cause della sconfitta.
Ma se è vero che il il PD deve cambiare e rinnovarsi su molte scelte, è anche vero che se c'è un principio su cui non dobbiamo transigere è la conferma della nostra buona politica sul tema dell'immigrazione.
Con questo fenomeno epocale, questo è certo, dovranno misurarsi tutti i futuri governi del Paese.
Le ricette non sono né semplici, né facilmente applicabili.
Finita la campagna elettorale, emergeranno falsità, raggiri elettorali, sottovalutazioni del problema.
Rimane l'odio e la regressione culturale che non fanno bene alla crescita civile del Paese.

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